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I piatti tipici della capitale italiana sono per lo più di origine popolare e vengono diffusi soprattutto in osterie e trattorie, da sempre assai frequentate, perché i romani amano mangiare fuori casa. A Roma si mangia bene dappertutto, non solo per la qualità dei cibi, ma anche per il calore e l'ospitalità dei ristoratori.
E appena è possibile, si apparecchia all'aperto per godersi quella meravigliosa aria romana che non è ancora del tutto inquinata. Nella capitale si mangia ancora "casereccio", prediligendo gli ingredienti legati all'orto, al pascolo, alla terra.
Parliamo un po' dei vini...
La zona dei Castelli Romani è certamente la più importante area vinicola del Lazio.
La zona è favorevole sia per il terreno ricco di sali potassici e di fosforo, sia per il clima ideale aiutato anche dai diversi laghi presenti.
La famiglia delle malvasie insieme a quella dei trebbiani, costituisce la base dei vini bianchi di tutta la regione Lazio, mentre il vitigno a bacca rossa è il Cesanese.
La Doc Castelli Romani comprende le tipologie Bianco, Rosso e Rosato, anche nelle versioni Amabile e Frizzante; il Rosso si produce anche nella tipologia Novello.
Il Rosso va abbinato ad arrosti di carni rosse alla griglia o a pollame e coniglio alla cacciatora e servito a 16-18°C in calici bordolesi entro due anni dalla vendemmia.
Il Rosato è un vino adatto a tutto pasto e viene preferibilmente associato a salumi, minestre, piatti a base di uova, servito in un calice di media capacità a tulipano ampio a una temperatura di 12-14°C entro il primo anno dalla vendemmia.
Il Bianco si abbina a minestre asciutte, primi piatti a base di pesce, risotti con verdure e deve essere servito a 10-12°C in calici di media capacità a tulipano svasato entro un anno dalla vendemmia.
Ad un buon bicchiere di vino si può abbinare uno snack, come un pezzo di formaggio da scegliere fra pecorino romano, ricotta romana o caciotta romana. E poi ancora la bruschetta, preparata semplicemente con una fetta di pane tostato con sopra un filo d'olio d'oliva e dell'aglio sfregato con le mani; la bruschetta si può comunque preparare in centinaia di modi diversi, ad esempio con pomodoro fresco sopra.
Parliamo un po' della cucina.
Molti sono i piatti tipici locali; cominciamo con i primi piatti. Maestose le fettuccine fatte in casa, condite con ragù, prosciutto e funghi, rigaglie di pollo. I bucatini all'amatriciana con pancetta e peperoncino, ma anche la "pasta ajo e ojo", in voga ancora oggi soprattutto la notte, quando ci si trova a casa di amici e si vuole far festa divorando un bel piatto di spaghetti odorosi e digestivi.
Se cerchiamo qualcosa di più leggero, la "stracciatella" è una deliziosa minestra con le uova sbattute gettate nel brodo.
Passando ai secondi piatti, citiamo l'abbacchio arrosto" o "alla cacciatora": qui l'intingolo è diverso da quello che si usa nel Nord dell'Italia e anche nel Sud: infatti è a base di aglio, rosmarino, vino bianco, acciuga, peperoncino. Da questo solleticante insieme, le tenere carni dell'agnello vengono magnificamente esaltate.
Seguono i "saltimbocca", fettine di carne di vitello con salvia e prosciutto arrotolate e fermate da uno stecco in modo da ottenere la forma ricordata nel nome. Nel menù romano non può mancare un fritto scelto e giustamente celebrato (i "pezzetti"): è composto da cervella, animelle, fegato, carciofi, zucchine, ricotta, mele, pere, fette di pane.
Numerosissime sono poi le ricette a base di verdura: i carciofi sono i più usati,
"alla romana", cioè imbottiti di aromi e dalla caratteristica forma "in piedi", coi piselli in primavera secondo un tenero e saporoso connubio, sott'olio e "alla giudìa". Altre verdure molto usate e pregiate sono i broccoli, i piselli e le fave. Sono i romani gli inventori del "pinzimonio", l'uso cioè di portare in tavola una ricca serie di prodotti dell'orto da intingere nell'olio-pepe-sale e da mangiare con le mani. Nel piatto coloratissimo delle verdure non manca mai il cuore del sedano detto "ciccio", particolarmente ricercato dai romani.
E per finire. dolci e digestivi.
Per quanto riguarda i dolci, ricordiamo i maritozzi, pagnottine dolci arricchite di uva passa, pinoli e spesso di frutta candita, la crostata di ricotta, con una base di pasta frolla coperta da uno strato di ricotta freschissima, mescolata con zucchero, tuorli d'uovo, scorza grattugiata di arancia e limone, uva sultanina, pinoli, piccoli canditi di cedro e arancia e un profumo di cannella.
2 ordini monastici, i Carmelitani Scalzi in Trastevere e i Trappisti all'EUR, preparano apprezzati liquori.
I primi sono specializzati in amari digestivi, mentre i secondi preparano un apprezzato estratto di eucalyptus, un particolare fernet, altri amari d'erbe e il nocino.
Non dimenticate un buon caffè espresso in uno dei tanti bar romani che colorano le strade della capitale!
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